Non riesco a parlare con l’amministratore

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Accade sovente che tra gli argomenti più gettonati tra i condomini emerga quello di non riuscire a parlare o a comunicare direttamente con l’amministratore. Tale bisogno è però spesso legato ad una visione “arcaica” della gestione condominiale, che vede nel contatto diretto con il responsabile la potenziale soluzione dei propri problemi, quasi come se le persone dello staff preposte e pagate per risolverli non fossero utili proprio a gestire questi.

La realtà è che nella maggior parte dei casi sono proprio i membri delegati dello studio ad avere un maggiore focus sull’operatività e la gestione dei vari immobili.

Negli ultimi anni la figura dell’amministratore di condominio ha subito una profonda metamorfosi legata alla crescente complessità delle aree d’intervento dove è chiamato ad intervenire, oltre alle numerose responsabilità che il legislatore ha pensato bene di affidargli.


Si è passati nel tempo, e soprattutto dopo la riforma della legge 220/2012, dalla semplice amministrazione e “governo” sull’utilizzo delle parti comuni, alla necessità di una nuova figura professionale in grado di offrire servizi integrati ai condomini e ad aiutare i condòmini ad una programmazione dell’economia del condominio stesso.

Tutti i costi di manutenzione e della gestione operativa rappresentano una rilevantissima quota della spesa complessiva dell’asset immobiliare nel suo ciclo di vita. Appare evidente come una pianificazione strategica nel tempo nelle varie aree degli interventi di ristrutturazione edilizia, anche in ordine alla possibilità di accesso agli incentivi statali, possa essere un’ottima opportunità d’incremento del valore immobiliare con una potenziale diminuzione dei costi di manutenzione ordinaria.

Da uno studio del MEF del 2017 risulta che: la quasi totalità degli interventi di ristrutturazione, il 92,3%, è finalizzata al recupero edilizio delle abitazioni, per un ammontare totale pari a 12,5 miliardi di euro e con una spesa media pari a 9,3 mila euro. Tali dati lasciano trasparire quanto sia stata poco intercettata l’area dell’efficientamento energetico.

Pertanto operare scelte di strategie e sulle programmazioni delle manutenzioni piuttosto che degli aspetti legati alla climatizzazione, e quindi ai parametri dell’effientamento energetico di un edificio, potrà fare la differenza circa i risultati gestionali e valutativi del nuovo professionista nel lungo periodo.

In conclusione stiamo assistendo alla nascita di un nuova figura professionale che a nostro avviso rappresenta un’evoluzione dell’amministratore di condominio, il Building Manager.
Tale profilo avrà i contorni più simili a quelli di un manager in senso stretto e dovrà essere in grado di dialogare su più fronti con i professionisti e tecnici dei vari settori: legali, ingegneristici, impiantistici e manutentivi, urbanistici, con una formazione permanente e aggiornata sulle più rilevanti innovazioni interdisciplinari.




MDG
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